Simone Alliva presenta il suo “Fuori i nomi” alla Vantina
Una breve premessa. Non sono un grande fan, come ben sa chi mi conosce, delle sigle e degli acronimi quando di mezzo ci sono gli esseri umani e le loro esistenze. LGBT, che poi diventa LGBTQ, che poi diventa LGBTQIA+. Come se delle lettere possano riuscire anche solo a incasellare la moltitudine infinita dell’essere umano. Penso che si debba combattere per i diritti dell’essere umano in quanto essere umano, in tutte le sue forme, le più disparate, utilizzando come unico confine quello di non ledere i diritti altrui, i diritti di chi è poco più in là di te.
Spesso, seguendo i dibattiti su questi argomenti (difficilissimi, tesissimi, non per tutti perché sono davvero pochi quelli che ne possono parlare realmente, grazie – o a causa – alle loro esperienze dirette, di vita), ho avuto la sensazione di ascoltare parole vuote, dettate unicamente dalla smania nei confronti di un mero riconoscimento “di nomenclatura”, certo dovuto a un più che giustificato incattivimento scaturito dall’odio, dall’intolleranza e dal becero senso comune che circonda questi temi.
Fine premessa. Adesso prendetela, mettetela da parte. Per questo libro, forse, neanche serviva farla. Perché in Fuori i nomi! raccolta di interviste, a cura di Simone Alliva, a molte personalità che hanno fatto la storia italiana del movimento Arcobaleno e edito da Fandango, di ciò che ho detto in apertura ho trovato ben poco.
Ciò che ho trovato invece, è molto diverso. Tutta un’altra cosa. “Questo è un libro di vite. Di incontri, scontri, coincidenze.” Alliva, nella quarta di copertina, non poteva riassumerlo meglio.
Fuori i nomi! è quindi una storia. Anzi, storia di storie. Quella di Angelo Pezzana, tra i fondatori del FUORI! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), primo movimento gay italiano. Quella di Franco Grillini, tra i fondatori di Arcigay e LILA (Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS). Quella di Porpora Marcasciano, fondatrice, tra i ’70 e gli ’80, del collettivo NARCISO (Nuclei Armati Rivoluzionari Comunisti Internazionali Sovversivi Omosessuali), scrittrice e storica attivista trans oggi presidente del MIT (Movimento Identità Trans). Quella di Titti de Simone, fondatrice di Arcilesbica. Quella di Giovanni Minerba e Ottavio Mai, fondatori del Lovers Film Festival di Torino. E questi nomi sono solo una piccola, ma essenziale, parte del tutto.
Anche perché poi c’è molto altro ancora, in questo libro. Tra le parole degli intervistati compare il dolore, la solitudine (“Ero sempre solo in estate, sa?” dice Enzo Cucco, fondatore del LAMBDA, l’associazione per le persone LGBT di terza età), l’impossibilità di esprimere davvero se stessi. Sono parole, e storie, fortissime, che la maggior parte di noi non credo sarebbe riuscita ad affrontare. Non sono urla sbandierate, né volontà di mettersi in mostra. No. C’è fermezza, qualcosa di saldo, raccontato con orgoglio. C’è forza, potenza. Quando hai tutto questo, è quasi naturale che gli altri ti seguano, ti ammirino.
Le interviste condotte da Alliva sono nascita, evoluzione, consapevolezza e consolidamento della storia del movimento Arcobaleno. Una narrazione che diventa, inevitabilmente, narrazione del nostro Paese, narrazione politica, ideologica, sociale. E quindi, come dicevamo prima, ribadiamo, in Fuori i nomi! c’è molto di più. C’è il partito radicale di Marco Pannella, Pasolini e la sua morte, il delitto di Giarre, l’Aids che fa paura, che divide, che porta via persone care. Ci sono tantissime voci, voci che lasciano il segno. Voci anche tra loro dissonanti, e per questo ancora più interessanti, stimolanti.
Ecco allora cos’è davvero Fuori i nomi! Un libro che si legge come un prontuario, come un qualcosa da avere sempre a portata di mano, qualcosa che è sempre bene aprire, come un paracadute, per non scordarsi mai chi ha combattuto, e continua a farlo, per i diritti civili che oggi, con tanta fatica, abbiamo conquistato, ma che non sono ancora abbastanza.
Simone Alliva sarà ospite di Autori in Vantina l’8 luglio, alle 21:30. Introdurrà l’autore l’avvocato Matteo Mammini.